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Presepe Natale 2015 – Liberiamo la Misericordia e la Pace con la Carità – Parrocchia San Domenico Cerignola

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Presepe Natale 2015 – Liberiamo la Misericordia e la Pace con la Carità – Parrocchia San Domenico Cerignola
Per la realizzazione del presepe sono stati utilizzati il dipinto “Le sette opere di misericordia corporale”, Scuola Veneta, 1620 circa, Chiesetta di Santo Spirito presso la “Fondazione Pirani-Cremona”, Bassano del Grappa e le foto realizzate durante il campo servizio realizzato dai giovani della parrocchia di San Domenico ad Agosto 2015 presso la missione delle suore del Cenacolo Domenicano a Kavaje (Albania).

Il messaggio:

Nasce il “Principe della Pace”, il Cristo che viene ad abitare in mezzo a noi ci libererà dalle catene del peccato e ci darà la forza necessaria per contribuire a spezzare le catene di quanti oggi vivono in schiavitù.

«Vinci l’indifferenza e conquista la pace». Questo è il titolo del Messaggio per la 49ª Giornata Mondiale della Pace. La pace va conquistata: non è un bene che si ottiene senza sforzi, senza conversione, senza creatività e confronto. Si tratta di sensibilizzare e formare al senso di responsabilità riguardo a gravissime questioni che affliggono la famiglia umana, quali il fondamentalismo e i suoi massacri, le persecuzioni a causa della fede e dell’etnia, le violazioni della libertà e dei diritti dei popoli, lo sfruttamento e la schiavizzazione delle persone, la corruzione e il crimine organizzato, le guerre e il dramma dei rifugiati e dei migranti forzati. Un campo in cui la pace si può costruire giorno per giorno vincendo l’indifferenza è quello delle forme di schiavitù presenti oggi nel mondo, alle quali era dedicato il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2015, «Non più schiavi ma fratelli». Bisogna portare avanti questo impegno, con accresciuta coscienza e collaborazione.
La pace è possibile lì dove il diritto di ogni essere umano è riconosciuto e rispettato, secondo libertà e secondo giustizia.

Dice Papa Francesco nella Misericordiae Vultus (Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia ai numeri 15 e 16:

In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo. È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. Non possiamo sfuggire alle parole del Signore: e in base ad esse saremo giudicati: se avremo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete. Se avremo accolto il forestiero e vestito chi è nudo. Se avremo avuto tempo per stare con chi è malato e prigioniero (cfr Mt 25,31-45).

«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di misericordia del Signore» (Is 61,1-2).

“Un anno di misericordia”: è questo quanto viene annunciato dal Signore e che noi desideriamo vivere. Questo Anno Santo porta con sé la ricchezza della missione di Gesù che risuona nelle parole del Profeta: portare una parola e un gesto di consolazione ai poveri, annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, restituire la vista a chi non riesce più a vedere perché curvo su sé stesso, e restituire dignità a quanti ne sono stati privati.